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Jimmy Floyd.
MANCHESTER CITY
...i motivi del fallimento
La grande meraviglia. "Possiamo vincere la Champions", ripetevano i giocatori dei Citizens quest'estate, David Silva su tutti. Lui, l'uomo che ieri ha fatto sperare tutti con quel gol al Bayern finché sul tabellone del City of Manchester non sono apparsi il gol di Inler prima e di Hamsik poi. Una beffa atroce, l'eliminazione al girone: quello del City era sicuramente più complesso di quello dello United con Villarreal, Napoli e Bayern Monaco, questi ultimi particolarmente lanciati dall'incentivo di avere la finale in casa. Eppure, dal City che spende a destra e a manca tutto ci si aspettava tranne l'eliminazione al girone: perché?
Innanzitutto, i limiti tecnici della rosa a disposizione di Roberto Mancini vanno sottolineati. E' vero che il Manchester City è stracolmo di campioni, ma una difesa con Lescott e Kompany centrali è ampiamente, clamorosamente migliorabile. Inoltre, i Citizens non hanno avuto in Europa la stessa compattezza di squadra mostrata in Premier: la Champions richiede sacrificio continuo e unità totale, specialmente quando si fronteggiano compagini importanti come Bayern e Napoli, ma il Manchester sembra ancora troppo legato a individualità straordinarie e poco squadra nell'idea mourinhistica del termine. Il fattore problemi improvvisi legati proprio alle tante prime donne anche ha inciso in questo flop inatteso, come quando Carlos Tévez si è rifiutato di entrare a Monaco di Baviera: sembrano problemini, ma in realtà sono autentiche bombe in uno spogliatoio affollato come quello del City. Forse sarà il caso di sfoltire con intelligenza la rosa e rinforzarla dove serve - non solo da Yaya Touré in su - per diventare veramente grandi anche a livello europeo.
Incide sicuramente però anche qualche errore di troppo da parte di Roberto Mancini. Il tecnico di Jesi in Europa non ha mai dimostrato di essere un allenatore top, con l'Inter ha sempre fallito e anche col City deve tornare a casa con un palmo di naso. A Napoli, nella gara decisiva, ha commesso errori grossolani, con Aguero tenuto in panchina per un'eternità mentre Dzeko gigioneggiava in campo. Insomma, il City ha ancora tanto da migliorare per essere straordinariamente competitivo in Europa, per la Premier può bastare così, specialmente in un anno storto per lo United e il Chelsea, e con un Arsenal in pieno restyling. I riflettori si sposteranno da Manchester, dunque. Ma non crediate che sia tutto finito: con un po' di intelligenza sul mercato e tanti danari - quelli non mancano... - la dittatura di Ferguson (e Mancini?) presto tornerà a farsi sentire. Ma fino a settembre a Manchester si giocherà, fa quasi strano dirlo... al giovedì!
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